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Oggi in India si celebra Mahashivratri, il significato di questa celebrazione.

Il quattordicesimo giorno di ogni mese lunare o il giorno prima della luna nuova è noto come Shivratri. Tra tutti i dodici Shivratri che si verificano in un anno solare, quello che si verifica tra febbraio e marzo ha il significato più spirituale. In questa notte, l'emisfero nord del pianeta è posto in modo tale che vi sia un aumento naturale di energia nell’essere umano. Questo è il giorno in cui la natura arriva al suo picco spirituale. È per questo che questa celebrazione avviene nella notte. Per consentire a questa ondata di energie di trovare la propria strada, gli yogi infatti, rimangono svegli in meditazione per tutta la notte.

Shivratri, è il giorno più buio del mese. Mahashivratri allora appare come la celebrazione dell'oscurità. Ma la parola "Shiva" significa letteralmente "ciò che non è". "Ciò che è" è l'esistenza e la creazione. "Ciò che non è" è Shiva. Come definire quindi questo non essere? Guardando il mondo intorno a noi, vedremo tante, tante cose, davvero tante. Guardando con più attenzione, oltre tutte quelle cose, c’è solo il vuoto.

Facciamo un esempio: alziamo gli occhi al cielo e rimarremo incantati dalle stelle, ma in questo incanto non vediamo il vuoto che le sostiene. Questa vastità, questo vuoto immenso, viene chiamato Shiva. Oggi, la scienza moderna dimostra anche che tutto viene dal nulla e ritorna al nulla. È per questo che Shiva, il vasto vuoto o il nulla, viene chiamato in India il grande signore, Mahadeva.

Ogni religione, ogni cultura su questo pianeta ha sempre parlato  della onnipresenza del divino nella natura. Ma anche se per la nostra mente è difficile ammetterlo, 'unica cosa che è ovunque è l'oscurità, il nulla o il vuoto.

Generalmente parliamo del divino come luce. Ma se l'oggetto dell’ adorazione e della sadhana è la dissoluzione, allora dovremmo riferirci al divino come oscurità. C'è un potere, un mistero e una profondità straordinaria nella figura di Shiva. È l'enigma della vita stessa.

Manteniamo le nostre menti e i nostri cuori aperti per esplorare i vari lati di una divinità che racchiude tutto ciò che esiste e che è in noi. Dobbiamo imparare ad arrenderci a questa realtà universale. Siamo solo onde nell'oceano di beatitudine di Shiva.

Gabriele Gailli